Perchè è il momento perfetto per partire per un Gap Year
A causa della pandemia che ha colpito il mondo intero nel 2020, per alcuni mesi è stato difficile (sia per timore del virus, sia per le tante regole in vigore) spostarsi e uscire dai confini nazionali. Durante questi difficili mesi la nostra routine è stata totalmente modificata, costringendoci a utilizzare la didattica a distanza e lo smartworking. A soffrire maggiormente di questi cambiamenti sono stati i ragazzi che si sono ritrovati improvvisamente dal socializzare costantemente coi propri compagni a passare ore chiusi in casa senza possibilità di svagarsi.
Con l’impiego della didattica online durante l’anno scolastico 2020-21, gli studenti hanno perso motivazione nei confronti della scuola e dell’istruzione. Questo ha creato, specialmente per i ragazzi in procinto di uscire dalle Superiori, non poca indecisione sulla scelta da intraprendere dopo la maturità. Chi aveva intenzione di iscriversi in Università, si è trovato a dover scegliere tra iniziare le lezioni del primo anno in didattica a distanza, oppure aspettare ancora un anno e vivere l’esperienza universitaria in presenza.
Secondo uno studio di Foundry10, organizzazione didattica di Washington, su un campione di 800 studenti, il 39% dei partecipanti ha cambiato piani sulla strada da intraprendere dopo le Superiori a causa del Covid-19: di questi, il 12% ha scelto di trovarsi un lavoro, mentre il 20% ha deciso di rimandare l’iscrizione in Università e prendersi un anno sabbatico. Le motivazioni per prendere un anno sabbatico, per gli intervistati, sono in maggioranza due: il bisogno di fare una pausa prima di scegliere in quale facoltà iscriversi, e la voglia di mettersi in gioco e fare un’esperienza lavorativa all’estero. Durante questo periodo di pausa all’estero, ci si può anche dedicare a diverse attività, come un lavoro part-time o volontariato: in questo modo si può già avere un primo approccio al mondo del lavoro, nonché una prima esperienza da inserire sul Curriculum.
Fonte: Foundy10
Foundry10 ha anche intervistato 500 ragazzi che hanno preso un Gap Year dopo le Superiori, chiedendo il motivo che gli ha spinti a prendersi dei mesi di pausa. Come si vede nel grafico, il 67,7% degli studenti partecipanti alla ricerca hanno scelto di trovarsi un impiego, part-time o full-time, sfruttando il tempo per fare un’esperienza da poter anche aggiungere al Curriculum. Il 51,6% sentiva il bisogno di prendere una pausa per indagarsi meglio e capire quale facoltà sia la più adatta alla propria persona, il 32,3% ha voluto utilizzare quei mesi per sviluppare nuove abilità e migliorarsi come persona.
Una ricerca della American Psychological Association ha rivelato che l’85% dei giovani che partono per un Gap Year all’estero ha da subito il desiderio di fare un’esperienza lavorativa: questo perché i giovani, dopo due anni chiusi in casa, hanno voglia di scoprire il mondo e imparare. Sempre secondo la stessa associazione, il rendimento accademico e lavorativo post-Gap Year è di gran lunga più elevato rispetto a quello degli stessi coetanei che non hanno affrontato la stessa esperienza: dopo anni di incertezze e frustrazione, vivere un’esperienza del genere contribuisce ad allargare i propri orizzonti, stimolando la propria creatività e ispirazione.
Dopo aver passato gli ultimi anni chiusi in casa e aver perso l’occasione di stare in compagnia, i giovani non voglio perdersi nessuna occasione per vivere e non vogliono più rimandare la possibilità di fare quante più esperienze possibili. Partire, viaggiare, scoprire nuove città, conoscere nuove persone ed esplorare il mondo è il miglior modo per riprendere possesso di quella libertà che gli è stata negata per troppo tempo.
Vivere un’esperienza all’estero favorisce l’apprendimento di nuove abilità, la conoscenza del mondo e la possibilità di esplorare i propri obiettivi di carriera prima di impegnarsi in un campo di studio. Quando pianifichi il tuo futuro, un Gap Year è la soluzione perfetta per conoscere il mondo in cui viviamo, che è in continua evoluzione.