Gap Year durante l’Università: sì o no?
Negli ultimi anni, vista l’evoluzione tecnologica così veloce, quella di prendere un anno di pausa per riflettere sul proprio futuro sta diventando una vera e propria esigenza: secondo una ricerca di Foundry10 (associazione filantropica sull’istruzione giovanile) su un campione di 3.000 studenti negli Stati Uniti, il 20% di loro ha intrapreso un Gap Year nell’anno 2020-2021, rispetto a solo il 3% dello stesso studio nel 2018. Inoltre, secondo una ricerca condotta dalla Gap Year Association su 1.000 studenti, il 77% degli intervistati ha deciso di partire per un Gap Year tra le superiori e l’università, mentre il 5% parte dopo il college e il 2% decide di intraprendere questa strada subito dopo le superiori per poi buttarsi subito nel mondo del lavoro. Il 16% sceglie, invece, di partire durante l’Università, prendendosi un anno di pausa. Di quest’ultima fetta di alunni, il 37% alla fine del Gap Year decide di cambiare e intraprendere un nuovo percorso.
Alcuni ragazzi si iscrivono ad una facoltà senza esserne totalmente convinti per paura di rimanere indietro rispetto ai coetanei, ma poco dopo l’inizio delle lezioni già si accorgono che il percorso non è quello giusto, ma si va comunque avanti per timore di deludere i propri cari. È meglio continuare un percorso non soddisfacente, oppure fermarsi e prendersi del tempo per riflettere su cosa sia meglio per il proprio futuro? Come evidenziato nello studio della Gap Year Association, il 37% dei ragazzi che prendono un Gap Year durante l’Università, cambia facoltà al suo rientro a casa.
A cosa è dovuta questa scelta così importante? Iniziando una facoltà non sentita, si perde inevitabilmente un anno: l’incertezza sul percorso da scegliere subito dopo la maturità porta ad una scelta affrettata e non consapevole, e nonostante si inizi l’Università “nei tempi giusti”, ci si ritrova comunque ad essere indietro rispetto ai coetanei perché si può fare più fatica a studiare e superare esami di materie ritenute poco interessanti. Prendere un anno di pausa durante l’Università aiuterà a schiarirsi le idee, sperimentando nuovi ambiti di studio e lavoro magari mai indagati o trascurati durante gli studi. Questo inevitabilmente aumenterà la motivazione verso un nuovo percorso accademico. Il Gap Year vissuto nel modo giusto è il miglior investimento, sia per il futuro che per sé stessi, in quanto dà la possibilità di esplorare aree e situazioni di cui non si era a conoscenza prima.
Non c’è un periodo giusto per intraprendere l’avventura del Gap Year: qualcuno parte subito dopo la maturità, altri dopo la laurea, altri ancora fanno una pausa in età adulta per staccare da una carriera poco soddisfacente. Un Gap Year aiuta a “ricaricare le batterie”, scoprire le proprie capacità di adattamento e può essere sfruttato per imparare una nuova lingua, svolgere un lavoro all’estero e diventare cittadino del mondo. Durante un periodo all’estero si imparano molte cose su sé stessi e culture diverse dalla propria, ci si concentra sullo sviluppo personale e si impara a gestire le proprie emozioni e la propria routine. Proprio grazie a questo periodo di pausa, ci si riesce a concentrare maggiormente su attività che piacciono e che potrebbero poi trasformarsi in una professione futura.