Cosa fare dopo l'Università?
Conclusa la maturità, due giovani su tre scelgono di iscriversi ad una facoltà universitaria. Terminato anche questo percorso, i neolaureati si trovano davanti ad un’ulteriore scelta: arricchire il proprio CV con una Magistrale o con un Master, o inserirsi subito nel mercato del lavoro? Alcuni laureati hanno le idee chiare su quale strada intraprendere, mentre altri, magari scoraggiati dal percorso universitario insoddisfacente, sono indecisi tra continuare gli studi per avere una maggiore preparazione o cercare subito un impiego e iniziare a fare pratica.
Università: e poi?
Purtroppo, il mondo del lavoro in Italia non offre molte opportunità ai laureati, che si ritrovano a doversi accontentare di impieghi non in linea con la laurea ottenuta con fatica. Questa mancanza di proposte porta molti giovani a partire per l’estero, per fare esperienze quanto più stimolanti e internazionali da poter inserire sul Curriculum. Se si tiene conto del fatto che in Italia il numero di laureati è molto più basso rispetto alla media Europa (secondo l'Istat solo il 20% degli italiani tra i 25 e i 64 anni possiede una laurea, a fronte di una media del 32% nel resto del continente), è fondamentale affrontare questo tipo di esperienze per essere quanto più competitivi nel mercato del lavoro europeo e globale. Affrontare un percorso all’estero, che sia formativo o professionale, è il modo perfetto per ampliare il proprio bagaglio di conoscenze.
Post-laurea: Magistrale, lavoro o gap year?
Secondo uno studio di AlmaLaurea, il 75% dei laureati in triennale continuano gli studi magistrali, mentre il 10% opta per un Master. Tra questi, l’8% decide di continuare gli studi all’estero, e circa la metà di loro rimane lì anche dopo la Laurea. Tra il 1999 e il 2019 il numero di laureati che trova un impiego all’estero per lavoro è aumentato del 227%: questa percentuale elevata è dovuta al fatto che i giovani che vogliono sfruttare le conoscenze apprese all’Università quanto più possibile e ambire ad una carriera in linea con quanto studiato. Ormai, i laureati si stanno rendendo conto che per competere nel panorama lavorativo attuale, la sola formazione universitaria non basta più: una preparazione quanto più internazionale permette di sviluppare una serie di abilità importanti in qualsiasi ambito, oltre a migliorare il livello di lingua. Prendere qualche mese di pausa migliorerà la consapevolezza di sé e aiuterà ad acquisire abilità utili per il mondo del lavoro, aiutandoti a capire quale strada affrontare.
Andare all’estero è utile?
Trascorrere un periodo in un Paese straniero aiuta a sviluppare una serie di abilità che spiccheranno sul Curriculum, e aumenterà anche la consapevolezza sul proprio futuro. Inoltre, la sola formazione universitaria, per quanto completa, non permette una conoscenza diretta e immersiva di una lingua e cultura straniera: solo vivendo la lingua potrai utilizzarla con maggior dimestichezza in diversi contesti. Studiare all’estero permette l’introduzione a una nuova cultura e ad una nuova lingua in maniera graduale, permettendo di vivere la quotidianità del luogo, diventare più fluenti e capire quale sia la strada migliore da percorrere, prima di buttarsi nel mondo del lavoro.
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