Luci, camera, azione! Scatta la paura da palcoscenico
Settimane e mesi di pratica e prove culminano inesorabilmente in una singola, fatidica serata. Senso di agitazione, euforia e lo scalpore contagioso entrano sotto la tua pelle, nel tuo corpo. Sei Pronto ad andare, ma proprio mentre stai per fare quel passo che ti porta sotto i riflettori, un pensiero attraversa la tua mente. È fugace, ma lo senti comunque. Accantoni il pensiero, pensando che forse sei più coraggioso di esso.”Sono il padrone del mio destino, niente andrà storto” cerchi di convincerti. Ma lo sai, lo hai sempre saputo. Qualcosa potrebbe andare storto. Eseguendo Live, i grandi errori non sono ammessi e, anche se si verificano, lo spettacolo deve continuare come se niente fosse accaduto, mantenendo un’aria di fiducia e professionalità. Questo potrebbe creare a una pressione tremenda, soprattutto se l’attore ha paura del palcoscenico. Non importa chi siamo, abbiamo tutti qualcosa di cui abbiamo paura.
Forse, riconoscerai qualcosa di te stesso in queste parole familiari. La storia in cui ci stiamo per imbarcare è una storia personale, che sto ancora cercando di superare. In quanto tale non so le risposte alle domande che potrebbero sorgere man mano che andate avanti con la lettura. In ogni caso, credo che in seguito ai mesi che ho passato riflettendo su questi eventi, potrei darvi qualche consiglio utile. Che tu sia un performer con la paura del palcoscenico, un perfezionista che fatica a cominciare il lavoro o semplicemente qualcuno che passa troppo tempo da solo con se stesso calcolando le infinte possibilità del futuro, questo è per te. Spero che troverai consolazione nella consapevolezza che ognuno di noi inciampa nella stessa buca ad un certo punto della vita; confida nel fatto che bisogna di scegliere di uscire da essa, ne abbiamo le capacità.
Ci sono stati tre eventi che hanno causato il grosso di questo viaggio. Il primo, in una sequenza di eventi emozionalmente prosciuganti, è cominciato con il Concerto di Natale 2016 del Singing Club di EF Academy Torbay. (caspita, è impronunciabile ora che ci ripenso) Fin dal primo round di audizioni all’inizio dell’anno non ero riuscito ad uscire dal mio guscio di timidezza. Con il passare dei mesi, guardavo gli altri membri esercitarsi nei loro assoli ogni gioverdi pomeriggio alle 16 e 15, e me ne stavo seduto su una sedia ascoltandoli e pensando.
Certo, ero parte della canzone di chiusura in collaborazione con il resto dei membri del club, ma volevo fare di più anche se non riuscivo a trovare il coraggio dentro me. La sera del concerto, mentre aspettavo al mio posto l’atto finale per fare un passo avanti, ascoltavo tutti gli altri cantare in maniera diversa da come avevano fatto in tutte le prove precedenti e mi sentivo molto insoddisfatto di me stesso. Mi sono immaginato su quel palco dove erano i miei amici, ho immaginato di essere abbastanza coraggioso da arrivare lì ed essere me stesso. Ma era tutta una mia fantasia e mi sentivo frustrato. Tuttavia, durante questa straziante attesa, ho fatto una promessa a me stesso: avrei cantato il mio assolo il prossimo anno. Qui sta il seme per la continuazione del nostro racconto.
Più avanti durante l’anno, la mia classe di letteratura in lingua del diploma IB ha cercato di produrre il primo spettacolo shakespeariano dell’Amleto di EF Academy Torbay. Molti degli attori che hanno partecipato allo spettacolo sono studenti ordinari come me e te. Tuttavia, hanno voluto sfidarsi ed essere parte di qualcosa di differente all’interno della comunità della scuola. Visto che nessuno aveva mai fatto qualcosa di simile prima, soprattutto non davanti ad un pubblico di grandi dimensioni, tutti avevano difficoltà a stabilizzare l’umore durante le prove. E’ comprensibile, perchè è un compito arduo immaginare di essere sul palco con centinaia di occhi che ti fissano come pugnali. Il tempo passa in fretta e non si sa mai come saranno le valutazioni che si riceveranno e questa incertezza scoraggia le persone. La mia personalità e la mentalità erano cambiate, forse perché in questo caso si trattava di recitare e non di cantare. Avevo sempre avuto la tendenza a fingere di essere in un film ogni volta che ero da solo, e mi sentivo a mio agio a recitare sul palco. Vedi, nella recitazione si diventa un personaggio, mentre nel canto ci si espone completamente, o per lo meno è così che mi sento io.
Questa storia comincia dalla partenza dell’attore che doveva interpretare Amleto, solo due settimane prima dello show. Il cast era in panico in quanto avevamo perso il nostro attore protagonista, ma sono riuscito a fare un passo avanti, visto che fino a quel momento ero stato direttore e conoscevo ogni singola battuta a memoria. Per le successive due settimane, abbiamo lavorato duramente, ma siamo stati colpiti nuovamente dalla sfortuna. In ogni caso, eravamo determinati a far continuare lo spettacolo. Coreografie di battaglie con le spade, sincronizzazione in Power Point, musica , recitazione e creazione del set riempivano il nostro tempo libero. La sera dello spettacolo, nonostante fossimo stati ostacolati da avvenimenti inaspettati, abbiamo fatto la performance nel miglior modo possibile. Mentre gli applausi crescevano dal pubblico, penserai che stessi facendo i salti di gioia essendo io l’attore protagonista. Ma non era così. Mi sentivo vuoto. Immediatamente mi ero dimenticato delle due ore passate a recitare. Questo mi ha fatto ricadere in fondo alla fossa perchè non ero riuscito a risolvere nulla e mi sentivo come se fossi ritornato punto e a capo.
L’ultimo evento ha avuto luogo molto recentemente, all’EF Academy Torbay’s Got Talent. Per me era il tempo di redimermi e di cantare il mio assolo. Ad ogni modo ero estremamente spaventato man mano che lo show si avvicinava. E’ divertente perchè dopo Amleto, penserai che la mia paura da palcoscenico sia passata. Ma era ancora li, a prendersi gioco di me. Ho deciso di forzarmi di rimanere nello spettacolo. Subito dopo la performance, ho iniziato a sentirmi terribilmente, mentre esaminavo ogni singolo errore che avevo fatto. Ad ogni modo, qualche giorno dopo ho cominciato a sentirmi meglio. Perfino fiero di non essermi nascosto di fronte a questa sfida così come avevo fatto molte volte in passato. Quando sono giorni che sei bloccato nei tuoi pensieri negativi, non ti rendi conto che in realtà stai ingigantendo le cose. La vita è fatta di eventi che collidono continuamente in una maniera disordinata. Il segreto probabilmente è non prendere la vita troppo sul serio, devi fare solo quello che ti fa stare bene e che ti rende felice. Sarà anche un noioso cliché, ma molte persone ancora non lo comprendono, non importa quante volte se lo siano sentite dire. Ma questa è la realtà, devi essere sincero con te stesso.